Una pessima giornata
- Michele Lo Foco
- 8 giu
- Tempo di lettura: 3 min
A cura di Michele Lo Foco.

Leggere dell'incontro tra il ministro della cultura, cui ha partecipato incurante di tutto la sottosegretaria delegata, e i cosiddetti rappresentanti del mondo dell'intrattenimento (più che della cultura), e contemporaneamente leggere che la sottosegretaria utilizzava un personaggio definito sherpa per minacciare i suoi detrattori e invitarli a parlar male del ministro e non di lei, nè ovviamente delle sue ancelle Sbarigia e Cacciamani, rende l'idea dello stato delle nostre istituzioni e del livello dei nostri vertici.
Ma partiamo dall'incontro, che sembrava essere inizialmente privato ma che poi è diventato pubblico, tra un ministro totalmente assente dal settore e alcuni attori miliardari ma di sinistra e ancora attivi, accompagnati, per fare numero, da una serie di figure di nessuna importanza ben felici di essere accolte nella stanzona ministeriale e di poter far certificare di essere tutto sommato dei bravi bambini meritevoli del tax credit.
A gestire il tutto come sempre un dietrologo di professione, Andrea Occhipinti, produttore distributore e incassatore di tax credit di ottimo livello, che assume di volta in volta la funzione che conviene per esserci sempre e poter controllare gli avvenimenti e riferirli poi ai vertici Anica, che possono essere riassunti in una sola parola che incute rispetto, Blandini.
Presenti ovviamente, oltre alla sottosegretaria che inizialmente non era stata invitata, il direttore capo Borrelli, l'uomo che conosce il settore meglio di tutti, con il suo tacquino nel quale sono segnati i buoni e i cattivi, e che quando lo apre gli operatori tremano, nonché alcuni associazionisti di secondo livello ansiosi di essere accolti nel cerchio magico di quelli che ricevono i contributi.
Regalo del giorno, il famoso decreto atteso da mesi che dovrebbe eliminare i dubbi e rendere felici tutti, togliendo dalle grinfie del Tar la materia.
Ovviamente il decreto nasconde abilmente nelle sue trame gli elementi che la sottosegretaria ha fatto suoi ereditandoli pari pari da Franceschini, ma i convenuti non se ne accorgono, e nonostante siano quasi due anni che il MIC non eroga più nulla e che le società straniere o finte italiane hanno fatto man bassa dei soldi dei cittadini, comprando anche case, mobili, biciclette, monopattini, vestiti, intimo, creme, sigarette, nonostante ciò gli operatori del settore, commossi, ringraziano della generosità e promettono che saranno felici di questo decreto così armonioso.
Altra lettura, contemporanea, è quella del Fatto quotidiano, che ha il coraggio di raccontare che un certo personaggio ministeriale di lavoro fa il rappresentante ufficioso della sottosegretaria e si reca da coloro che manifestano o hanno manifestato critiche nei confronti della sottosegretaria e delle sue ancelle per invitarli a parlar male del ministro ma non della sottosegretaria in cambio di attenzioni e talvolta soldi o attenzioni che poi si trasformano in soldi.
Pare che costui sia anche l'artefice del sorprendente e balordo articolo su Dagospia ai danni di Pupi Avati, cioè l'unico regista produttore, con il fratello Antonio, che non ha speculato sul tax credit ma che ha subito le azioni giudiziarie delle banche che lo hanno massacrato costringendo la sua società ad un concordato tuttora in essere. Avati deve essere punito perché durante i David di Donatello ha osato dire la verità.
I cialtroni che scrivono gli articoli su indicazione dei vertici politici non solo non sanno nulla, ma non si informano nemmeno con sufficienza, così come peraltro ha fatto il giornalista, con un rozzo assalto, Salvo Sottile, leggendo un comunicato contro Avati del quale non comprendeva nulla, solo per dimostrare la sua deferenza alla bella sottosegretaria invece di regalarle un anello.
Lo sherpa della sottosegretaria ovviamente si è dovuto addossare tutte le colpe, e la sua dante causa si è lasciata andare ad una filippica contro questi metodi ignobili di fare politica, scagionando anche le sue ancelle che erano quelle che avrebbero dovuto, sempre secondo lo sherpa, pagare il vile denaro ai corrompendi: ma lo sherpa pare fosse implicato anche nel caso della dentona di Pompei e sicuramente troverà spazio in qualche altra struttura, magari al Turismo, che sembra adatto alle a sue inclinazioni.
Si è conclusa così un'altra delle peggiori giornate della cultura italiana, iniziata con Beppe Fiorello e conclusa con lo sherpa minacciatore, e non c'è chi non si auguri, tra coloro cui è rimasta un briciolo di dignità, che questo periodo di desolazione culturale termini rapidamente o che imploda.
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