La garanzia
- Michele Lo Foco
- 22 ore fa
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A cura di Michele Lo Foco.

Ci sono momenti nei quali sembra che i settori debbano trasformarsi completamente a seguito di un avvenimento inatteso o rivoluzionario. È successo nel campo automobilistico con l’arrivo dell’elettricità e nell’audiovisivo con l’invenzione del tax Credit esterno e soprattutto interno.
Ma l’avvenimento di questi giorni, dovuto alla improvvisa presa di coscienza della situazione drammatica del settore da parte del ministro Giuli, fino ad ora rispettoso della delega alla sottosegretaria, sono le dimissioni di Borrelli, il plenipotenziario e ubiquo direttore generale della direzione cinema.
Erede di Blandini, che era a sua volta erede di Carmelo Rocca, Borrelli ha inizialmente tenuto un profilo basso per consentire a Blandini, dallo scranno della Siae, di continuare la gestione delle case cinematografiche.
Ma col tempo ha forgiato una sua personalità che ha messo a disposizione soprattutto della sottosegretaria, della quale è divenuto l’arma più importante.
Ma le strategie politiche che gli sono state imposte, e che non avrebbe condiviso se avesse potuto, hanno man mano esasperato le finanze del Mic, rendendolo debitore cronico e inaffidabile soprattutto per le medie piccole imprese.
Evidentemente il ministro Giuli aveva compreso che qualcosa non funzionava nel meccanismo tax Credit e nelle sovvenzioni statali, ma lo scandalo di villa Pamphili ha portato allo scoperto una serie tale di incongruenze e di mancati controlli che Giuli non ha più esitato ad intervenire ed ha accettato le dimissioni dell’eterno direttore Borrelli. La figura del Ministro è tornata a rappresentare la garanzia di una mano governativa rispettosa del mercato e della trasparenza, mentre fino ad ora, e per anni, a farla da padrona sono stati gli interessi soprattutto di gruppi stranieri capaci di mimetizzarsi.
Ovviamente le dimissioni di Borrelli non possono che aggiungere confusione al caos, perché solo la conoscenza di ogni angolo recondito della legislazione consentiva all’ex direttore di gestire l’ingestibile, facendo finta che fosse tutto sotto controllo.
La speranza di molti è che succeda il disastro e da lì si ricominci a lavorare, perché se è vero che “Repubblica” sta difendendo la Borgonzoni quale unico argine allo strapotere della destra, allora veramente meglio il diluvio che spazzi via le ipocrisie e le dietrologie e pulisca il terreno della cultura che è fertile se trattato con rispetto.
Ritengo comunque che prima la scoperta che un tizio pagato con soldi pubblici andava in giro a stimolare giudizi negativi su Ministro, poi la scoperta che il Ministero ha erogato molti soldi senza alcun controllo siano argomenti sufficienti per una indagine approfondita e doverosa.
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