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Estrarre il sangue dalle rape

  • Immagine del redattore: Michele Lo Foco
    Michele Lo Foco
  • 22 set
  • Tempo di lettura: 2 min

A cura di Michele Lo Foco.


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"Estrarre l’eterno dall’effimero" è il titolo dell’incontro surreale cui hanno partecipato Giuli, Cacciamani e Mollicone al laghetto dell’Eur e che avrebbe potuto intitolarsi "Estrarre l’effimero dall’eterno" e meglio ancora  nel caso specifico "Estrarre il sangue dalle rape".


Cosa possa far nascere nella mente di lorsignori l’idea di avventurarsi in divagazioni metafisiche, nel mentre il Ministero crolla e la cultura con lui, è difficile da comprendere, salvo che non si ipotizzi che il tema non sia stato altro che un modo per far pronunciare al Ministro le sue strane dissertazioni.


E mentre nell’aria fluttuavano parole incomprensibili, create apposta per far capire ai pochi spettatori di quali livelli intellettuali è dotato il vertice culturale, arriva come una stangata la notizia che il  Tribunale di Roma, nella figura del professor Bastia, amministratore giudiziale di Sipario ex Ilbe, ha chiesto al Ministero di annullare la revoca dei 66 milioni ad Andrea Iervolino, il giovanotto che da anni porta i brand italiani in giro per il mondo tramite la presenza di famosi attori americani conosciuti ovunque.


Pertanto lo scandalo del tax Credit, che è servito ai vertici della nostra politica per nascondere la squallida vicenda di Villa Pamphili, non solo ha i piedi d’argilla, ma probabilmente nasconde una manovra sofisticata creata ad arte per vittimizzare l’unico produttore internazionale che non fa parte del circolo dorato della imperatrice della settima arte.


Infatti non è difficile trarre le conseguenze dall’ avvicendarsi dei fatti:


1) scoppia casualmente, ma proprio casualmente, il caso del pluri omicida di villa Pamphili.


2) si scopre, sempre casualmente, che costui è un finto regista di un finto film che nel 2023 ha avuto quasi 900 mila € di Taxi Credit.


3) il Ministero balbetta qualche scusa e alla fine il direttore sembra si dimetta; ma prima riesce a revocare 66 milioni alla società Sipario ex Andrea Iervolino.


4) la sottosegretaria annuncia che giustizia è fatta e che la scure del Ministero si è abbattuta sui furbi, che sono poi solo Iervolino.


5) nel frattempo le major preferite dai vertici continuano a macinare tax Credit senza colpo ferire, mentre le banche cominciano a colpire le medie/piccole imprese, così la smettono di dar fastidio.


6) Iervolino si difende e il Tribunale gli dà ragione dopo la visita della Guardia di Finanza: nessun imbroglio, tutto regolare, la revoca è illegittima.


7) il Ministero è al collasso: non c’è il direttore, non c’è una lira, non c’è una linea d’azione, e la sottosegretaria annuncia che va tutto benissimo, mentre il cinema muore, quello italiano ovviamente!

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Fine della storia: il cinema non è che un giocattolo concesso alla Lega e ci fa quello che vuole. Eppure Mussolini, che di destra se ne intendeva, quando volle intervenire nel cinema favorì Cinecittà e l’Istituto Luce, e per fermare gli stranieri inventò la tassa doppiaggio, un sistema rozzo ma efficace per limitare l’invasione straniera, che noi invece favoriamo in tutti modi, con soldi, location, mancanza di controlli, spaghetti, pizza e mandolini.

 
 
 

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