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  • Immagine del redattoreMichele Lo Foco

Campo di battaglia

A cura di Michele Lo Foco.



Il mondo dell’audiovisivo è diventato un campo di battaglia nel quale non sono chiari né gli obiettivi né i contendenti.


Per chi come me, e realmente pochi altri (ed in particolare Angelo Zaccone), riteneva inevitabile che i provvedimenti presi prima e dopo portassero al disastro, e che le casse dello Stato fossero state saccheggiate e fossero pertanto vuote, non crea stupore che finalmente le associazioni abbiano preso atto che il settore sia allo stremo delle forze.

Ma in tutto questo prevedibile esito due elementi hanno peggiorato ove possibile e reso più complicato il panorama: le dimissioni del ministro Sangiuliano e la promozione di Maccanico a CEO di Wildside.


Le prime hanno avuto due effetti, uno devastante, quello del subentro al MIC di un nuovo ministro, che dovrà obbligatoriamente ricominciare da capo sia con i collaboratori che con le commissioni, e che deve affrontare come primo impegno il G 7Cultura tra pochi giorni.


Il secondo peggiore del primo, e cioè che i ritardi accumulati dall’amministrazione, e nascosti in modo elementare, si sommano agli inevitabili ritardi burocratici della nuova gestione creando il vuoto di un anno che per il 50% delle aziende medio piccole di produzione e di eventi sarà fatale.


E mentre le aziende soffrono, c’è chi festeggia una nuova occupazione, vale a dire Maccanico, sempre quello che a quattro anni è stato nominato amministratore delegato dell’asilo nido.


Con una sfacciataggine che solo il nostro paese può tollerare, dopo essere uscito da Vision ove dipendeva da Scrostati, essere passato a Cinecittà, dove ha affittato sei studi a Scrostati e dove ha ignorato una fattura da 3 milioni di euro di Scrostati, è diventato CEO alle dipendenze di Scrostati.


In ognuna delle sedie ha lasciato il segno meno, ma anche questo in Italia non conta, perché senza tax credit e senza i soldi dei contribuenti tutte le società, compresa Rai Cinema, sarebbero fallite da anni.


In questo momento comprendere chi sta con chi è difficile: CNA rilascia una dichiarazione di fuoco contro il governo e nello stesso tempo condivide l’ottimismo per l’ottimo lavoro fatto con la sottosegretaria Borgonzoni, unitamente alla volpe del cinema Francesco Rutelli che ha paura che la pessima gestione dell’associazione venga a galla. Dal fondo del baratro giungono le voci strozzate degli operatori cui non giunge una lira da anni, e sono soldi dovuti, non promessi, mentre la sottosegretaria, seduta sulla riva con Nastasi, guarda passare lentamente il cadavere di Sangiuliano che di cinema non si è mai occupato, ma proprio mai.


Muccino, svegliato da Moretti, dice che la colpa di tutto è dell’ex ministro, caduto nella trappola della dentona di Pompei, ma evita di precisare che per l’ultimo film ha preso duemilioni di euro, non meno certamente di Moretti e non so quanto meno di Costanzo, somme che consentono a queste icone della sinistra di vivere comodamente, in attesa che il cinema si riprenda o che Rai Fiction dia loro cifre imbarazzanti per qualche serie indimenticabile (dotata di tax credit), immaginata dalla signora della sinistra chic Ammirati.


La guerra è totale, e mentre il governo traballa sotto gli implacabili colpi della dentona di Pompei, che ora mira direttamente alla Presidenza del Consiglio, assurgono ai vertici dello spettacolo De Martino e Conti.


Che paese il nostro privo di dignità!


Eppure non è difficile: Eros Macchi, grande regista della Rai di allora, insegnava: non sono adatti a presentare coloro che hanno gli occhi lontani, bovini, e quelli che hanno gli occhi vicini.


E poi aggiungeva: ma dopo 4 puntate va bene chiunque.


Speriamo che questo valga anche per i ministri.

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