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  • Immagine del redattoreMichele Lo Foco

Amadeus for President

A cura di Michele Lo Foco.



Devo confessare il mio continuo stupore per lo spazio che tutti i quotidiani dedicano ad Amadeus e al festival di Sanremo, pari a quello dedicato alle guerre nel mondo.

 

Ho compreso che Amadeus è un elemento necessario alla nostra esistenza e che senza di lui in Rai, ognuno di noi sentirà un po’ di dolore.

 

Nessuna riflessione sullo stipendio da 5 milioni l’anno, che paragonato ai 36.000 € del primario chirurgo di un ospedale, sembra uno scherzo, ma ormai in Italia queste riflessioni sulla equità sociale non trovano spazio.

 

Se il film di Saverio Costanzo, un flop terribile, ha meritato 10 milioni di Tax Credit, lo stipendio di Amadeus è assolutamente dovuto.

 

Vengono intervistati politici ed esperti di ogni genere per capire cosa ci si può essere dietro le dimissioni di Amadeus: persino il vecchio Freccero ha sentenziato che il presentatore ha una visione mondiale integrata con i social, e la Rai generalista gli va stretta, tanto stretta da essere multato per pubblicità occulta.


Amadeus è come Elon Musk, e se non presentasse quegli ignobili format comprati all’estero, dirigerebbe il grande acceleratore di particelle installato al CERN di Ginevra.

 

Eppure un grande maestro di televisione come Eros Macchi mi disse: ricordati che dopo la quarta puntata va bene chiunque. Lui era milanese, cinico, detestava Roma, ma diresse gli spettacoli più famosi del sabato sera.

 

La verità è che non è Amadeus a fare la Rai, ma è la Rai a creare Amadeus e tutti gli amadeus che circolano e che appena se ne vanno, ovviamente ricchissimi per alcuni generazioni, passano la mano a qualcun altro.

 

Rai è una creatrice di personaggi, che entrano in famiglia e ci restano se superano la quarta puntata, qualunque siano le loro inattitudini.

 

Eppure l’evoluzione della società, talmente lenta che non la avvertiamo, è più forte delle macchinazioni nostrane. Sky traballa, i Berlusconi diventano di sinistra, gli stranieri si impossessano di tutti i fatturati e forse anche Sanremo passerà a loro, che hanno già fagocitato il Commissario Montalbano e Don Matteo.

 

Infatti, dopo aver tentato di demolire la televisione generalista, le truppe straniere, cui è stata data una libertà totale di pascolare nel nostro paese, si sono rese conto che era meglio infiltrarsi nei gangli della emittente di Stato, succhiando come vampiri la linfa vitale che la percorre e sostiene.

 

Il nostro è un paese popolato da anziani, che ancora prediligono gli spettacoli tradizionali, i telegiornali, gli appuntamenti.

 

Berlusconi lo aveva capito per primo creando una televisione fotocopia della Rai, sottraendo i suoi personaggi a suon di milioni.

 

Oggi anche Discovery lo ha capito, ed anche Cairo, e si sono moltiplicati gli inviti a trasferirsi per coloro che in Rai avevano fatto una comoda cuccia e che per molti soldi possono semplicemente spostarla.

 

A Rai non resta che prendere atto delle proprie potenzialità, e con calma sostituire gli assenti, nella tranquillità che dopo quattro puntate va bene chiunque.

 

Intanto, mentre il mondo televisivo si evolve, l’immagine di Amadeus verrà messa in tutte le scuole al posto di quella del Presidente.

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