top of page

Due realtà

  • Immagine del redattore: Michele Lo Foco
    Michele Lo Foco
  • 20 feb
  • Tempo di lettura: 3 min

A cura di Michele Lo Foco.



Ci sono due modi di interpretare la realtà quello politico e quello tecnico, e talvolta sono molto distanti l’uno dall’altro.
La politica richiede consenso, e pertanto illustrazione positiva della situazione e delle azioni effettuate in modo da ottenere fiducia e plauso. Quello tecnico richiede conoscenza della materia, illustrazione realistica delle conseguenze delle azioni, previsione del futuro.


Con questa premessa vanno interpretate le parole della sottosegretaria Borgonzoni che meritano un commento perché non rimangano sulla lavagna.


Partiamo dalla considerazione espressa dalla senatrice della inutilità di una ipotesi di separazione del comparto della comunicazione, inteso come cinema, televisione, piattaforme ed altro, dal Ministero della Cultura.


Dice la Signora Borgonzoni che proprio in questo momento, nel quale il MIC sta cercando nuove risorse con il Ministero del Tesoro, “vista la forte attrattività del nostro paese… e il successo del cinema italiano…” non è il caso di perdere tempo.


Analizziamo le parole: l’attrattività del nostro paese dipende da due principali fattori, l’enormità del tax credit e la mancanza di controlli.


Tutto il mondo cinematografico sa che da noi i soldi sono regalati e giustamente se ne appropria.


Evidentemente la senatrice non ha memorizzato le parole della dottoressa Perrotta la quale a nome del MEF ha messo a verbale che il tax credit è uno strumento sbagliato perché non ha limiti di scadenza e non premia il merito, e nemmeno quelle del direttore Borrelli che ha dichiarato che il tax credit non è più gestibile e va rivisto dalle fondamenta.


Successo del cinema italiano: qualcuno ha informato la senatrice che i film da lei citati, “Diamanti, Il ragazzo dai pantaloni rosa e Parthenope” sono realizzati da società straniere abbondantemente innaffiate di tax credit italiano?


Secondo Lei le società, le major straniere, i gruppi, vengono da noi per generosità, per affetto, o per portarci via fatturato, sovvenzioni e diritti?


Ma proseguiamo nei commenti: dice la senatrice per esemplificare il momento positivo della nostra impresa che il mondo del cinema ha chiesto al Ministero 250 milioni di tax credit nazionale e 100 internazionale.


Peccato che non ci siano, da più di un anno, soldi nemmeno per anticipare i contributi selettivi, che i debiti risalgono a quattro anni fa, che i contributi automatici sono ormai una moneta virtuale scaduta e le banche non vogliono sentir parlare di cinema, men che meno di Cinecittà e di altri ingombri del genere, vedi cinema Fiamma, di cui sentiremo ancora parlare sicuramente nelle cronache future.


Le menzogne fanno parte dell’interpretazione politica, e non di quella tecnica, ed è veramente spiacevole che la responsabile del settore non trovi più coerente con la realtà esaminare i fatti per quello che sono.


E’ sufficiente uno sguardo superficiale, ma laddove la politica preferisce non guardare, per accorgersi che quasi tutte le aziende medio piccole sono sull’orlo del fallimento, chi perseguitata dalle banche, chi dai fornitori, tutte con crediti verso lo Stato, mentre le major, o le aziende privilegiate, che lavorano per le televisioni, continuano a macinare tax credit che prima o poi dovranno incassare.


Ma qualcosa di positivo, pur in questo panorama disastrato, è avvenuto: il ritorno di Marcello Foti alla direzione generale del Centro Sperimentale.


Che la figura dirigenziale di Foti fosse rimasta nella mente di tutti coloro che ricordavano il Centro come strumento storico autorevole è indubbio, e che il maestro Avati auspicasse da tempo la presenza in loco di un uomo sano e professionale è altrettanto vero.


Come si sa i miracoli avvengono raramente: questo è avvenuto.

 
 
 

Comments


bottom of page